Nouveautés

Avril 2024

Voici une sélection des nouveautés littéraires que vous pourrez trouver dans votre librairie L’accent qui chante.

À réserver sans modération ! 😊

Littérature italienne en VO

Notte di vento che passa

Questa è la storia di Cosima e dell’anno più memorabile della sua vita, quello in cui compie diciott’anni e le succedono « tantissime cose per la prima o per l’ultima volta ». Cosima è una sognatrice, fin da quando è piccola vive dentro i libri, anzi letterarizza tutto ciò che la circonda, e così anche le cose più squallide ai suoi occhi diventano poetiche e affascinanti. E lo stesso fa suo padre, un inguaribile idealista che affronta la povertà con allegria, mentre la madre lavora per mantenere tutta la famiglia e si dispera perché in paese si mormora che sono gente da poco, gentixedda. Fino a che non si decidono a lasciare la campagna e a trasferirsi nella vicina Cagliari. Qui, a Cosima piace molto andare al Poetto e frequentare il liceo classico, dove ha una prof di lettere che la incoraggia a scrivere e a considerare Calvino, Shakespeare e Deledda come degli amici, e un compagno di classe che odia i ricchi e sogna di trasformare la Sardegna nella Cuba del Mediterraneo. Ma Cosima sente spesso la nostalgia del paese, e durante uno dei suoi ritorni incontra Costantino, un pastore scontroso e tormentato che ama suonare la fisarmonica. Lo trova bellissimo, rivede in lui l’Heathcliff di Cime tempestose e, nonostante gli avvertimenti del suo miglior amico, se ne innamora rovinosamente. Quando il mondo reale comincia a incalzare coi suoi problemi, Cosima sarà costretta a scendere dall’albero su cui, come una baronessa rampante, avrebbe volentieri trascorso tutta la vita. Le toccherà piantare i piedi per terra e provare a capire che tipo di adulta vuole diventare e quale amore vuole inseguire. Di questa tensione universale tra il desiderio di sognare e l’esigenza di abitare la realtà si nutre la scrittura di Milena Agus, limpida e aerea ma frutto di una profonda ricerca linguistica: il suo sguardo è talmente originale e fanciullesco che leggerla fa ridere e meravigliare al tempo stesso, come talvolta accade quando i bambini o i saggi dicono la verità.

La reputazione

Nella Roma degli anni Ottanta, la boutique Joséphine è un angolo di Parigi nel cuore dei Parioli: gli affari vanno a gonfie vele grazie al fiuto della proprietaria, Marie-France, che accoglie le clienti con il suo seducente accento francese. Il suo entusiasmo contagia l’indecifrabile socio Giosuè e le tre ragazze che lavorano per lei, ansiose di conquistarsi libertà e indipendenza. Tra loro Barbara, eterna laureanda in filosofia arrivata in negozio per caso, pronta a lasciare che Marie-France le insegni a vivere. Imparerà da lei che la moda è tutt’altro che una faccenda frivola: è un rito, un gergo, un sogno, un segreto… Per chi come Marie-France ne ha fatto una missione, è un antidoto al dolore, all’angoscia di scomparire, ai cambiamenti che il tempo infligge. Tutto procede per il meglio, finché Marie-France non ha un’idea che si rivelerà catastrofica: aprire una linea per adolescenti. Giorno dopo giorno, la superficie della serenità apparente comincia a incrinarsi. Compaiono strani messaggi in codice, minacce, e intorno alla boutique si diffonde una calunnia infamante che non risparmia nessuno. Le voci serpeggiano e nel quartiere cresce l’ostilità verso Marie-France e i suoi. Una ragazzina scompare: c’è una relazione con quel che si dice in giro? Con una prosa capace al tempo stesso di profondità e leggerezza, Ilaria Gaspari indaga sul rapporto tra apparenza e identità, sul peso della maldicenza e sulla difficile conquista della maturità. Cosa succede quando la diffidenza inquina lo sguardo, quando i confini fra le colpe e i pettegolezzi si fanno labili, quando fidarsi significa rischiare? Barbara non è pronta a scoprirlo, forse non è pronta a diventare adulta, eppure non avrà scelta.

Piccoli miracoli e altri tradimenti

“La misura del racconto è un piccolo miracolo, un luogo della letteratura dove ‘piccolo’ non diminuisce la quantità del miracolo ma la rende esatta. In questo libro di racconti, scritto da una lettrice di racconti, poi, ci sono altri piccoli miracoli, storie inventate e raccolte all’incrocio tra l’umano e il divino, in quel punto della strada, cioè, in cui le storie quotidiane appaiono eroiche, quelle eroiche sono naturali e il destino non è altro che una delle possibili variazioni del caso. Lì, a guardare bene, c’è un pantheon in attesa di essere colto: nelle città, nei bar, sulla spiaggia, tra le lenzuola e durante una partita di tennis. A svelare l’intersezione basta un tradimento, subìto o inferto, da sé e dall’altro; tradisce chi non riesce o non vuole aderire alle circostanze. Qui nessuno sta dove dovrebbe stare.” Valeria Parrella

Tradimenti che sono essi stessi miracoli, occasioni per fermarci un momento e cogliere l’opportunità di sfuggire a noi stessi oppure di esserlo più che mai, perché nessun modello narrativo come il racconto è in grado di regalarci illuminazioni, e nessuno ci riesce come Valeria Parrella.

L'orizzonte della notte

«Non so dire se avessi deciso già quella mattina, al momento di andare in tribunale, che sarei rimasto in aula ad aspettare la sentenza. Forse sì o forse no. Mi sedetti sulla sedia del pubblico ministero, su quella di un giudice popolare, su quella del presidente, poi entrai nella gabbia degli imputati. Per vedere il mondo attraverso le sbarre». Una donna ha ucciso a colpi di pistola l’ex compagno della sorella. Legittima difesa o omicidio premeditato? La Corte è riunita in Camera di Consiglio. In attesa della sentenza l’avvocato Guerrieri ripercorre le dolorose vicende personali che lo hanno investito nell’ultimo anno. E si interroga sul tempo trascorso, sul senso della sua professione, sull’idea stessa di giustizia. Il ritorno di Guido Guerrieri in un romanzo poderoso e commovente. Un’avventura processuale enigmatica, dal ritmo impareggiabile, che si intreccia a un’affilata meditazione sulla perdita e sul rimpianto, sulle inattese sincronie della vita e sulla ricerca della felicità.

Senza dirlo a nessuno

Stamattina tutti credono che Manish sia dove dovrebbe essere: nella sua scuola di Londra, seduto al banco a seguire le lezioni. Ma il mondo spesso si sbaglia su di lui. Infatti Manish si è svegliato all’alba e ha preso di nascosto un aereo per volare fino a Roma – dove adesso è in stato d’arresto. Il segreto che lui custodisce così bene può ricomporre per qualche giorno la sua famiglia sparpagliata, costringendo tutti a imparare le regole di un gioco nuovo per poter restare in contatto. “Senza dirlo a nessuno” è un romanzo dove le generazioni s’incontrano, dal ritmo incalzante come una spy-story. Manish ha sedici anni e vive insieme al padre, che più che un genitore sembra un coinquilino distratto. La sua vita a Londra è quella che vorrebbe qualsiasi sedicenne: nessun divieto, nessuna raccomandazione, nessuna domanda quando rientra a casa. L’ideale per lui, che è così taciturno. Finché una mattina d’estate, all’insaputa di tutti, prende un aereo per Roma. È proprio in quella città a lui sconosciuta che, durante una retata al parco, i poliziotti lo arrestano per spaccio. Manish però continua a tacere. Sua madre vive a Genova, e quando la informano dell’arresto lascia di corsa i bambini e il nuovo marito per raggiungere quel suo primo figlio così enigmatico. Eppure in poche ore, inspiegabilmente, Manish viene rilasciato con tante scuse da parte delle forze dell’ordine. I poliziotti sorridono, minimizzano: sembrano avere troppa fretta di chiudere il caso. Cos’è successo davvero in quel parchetto di Roma? La madre potrebbe fare finta di niente, tornare alla sua vita e accontentarsi del pericolo scampato. Ma nello sguardo del figlio intravede un segreto più grande di lui. E allora sceglie di andare nella direzione opposta, dritta al cuore di un mistero dove la posta in gioco è il futuro di tutti loro. Libro dopo libro, Giorgio Scianna sta mettendo insieme una mappa dell’oggi: nessuno come lui sa parlare così schiettamente agli adolescenti, e ai loro genitori. Stavolta al centro del racconto c’è la responsabilità delle proprie scelte, la fiducia, il bisogno di indipendenza, gli errori degli adulti quando una famiglia si spacca. “Senza dirlo a nessuno” è un libro che ci ricorda a ogni pagina quanto l’adolescenza – anche per chi ne è lontanissimo – sia un affare maledettamente serio.

Cuore Nero

L’unico modo per raggiungere Sassaia, minuscolo borgo incastonato tra le montagne, è una strada sterrata, ripidissima, nascosta tra i faggi. È da lì che un giorno compare Emilia, capelli rossi e crespi, magra come uno stecco, un’adolescente di trent’anni con gli anfibi viola e il giaccone verde fluo. Dalla casa accanto, Bruno assiste al suo arrivo come si assiste a un’invasione. Quella donna ha l’accento “foresto” e un mucchio di borse e valigie: cosa ci fa lassù, lontana dal resto del mondo? Quando finalmente s’incontrano, ciascuno con la propria solitudine, negli occhi di Emilia – “privi di luce, come due stelle morte” – Bruno intuisce un abisso simile al suo, ma di segno opposto. Entrambi hanno conosciuto il male: lui perché l’ha subito, lei perché l’ha compiuto – un male di cui ha pagato il prezzo con molti anni di carcere, ma che non si può riparare. Sassaia è il loro punto di fuga, l’unica soluzione per sottrarsi a un futuro in cui entrambi hanno smesso di credere. Ma il futuro arriva e segue leggi proprie; che tu sia colpevole o innocente, vittima o carnefice, il tempo passa e ci rivela per ciò che tutti siamo: infinitamente fragili, fatalmente umani. Con l’amore che solo i grandi autori sanno dedicare ai propri personaggi, Silvia Avallone ha scritto il suo romanzo più maturo, una storia di condanna e di salvezza che indaga le crepe più buie e profonde dell’anima per riempirle di compassione, di vita e di luce.

Alma

Tre giorni dura il ritorno a Trieste di Alma, che dalla città è fuggita per rifarsi una vita lontano, e ora è tornata per raccogliere l’imprevista eredità di suo padre. Un uomo senza radici che odiava il culto del passato e i suoi lasciti, un padre pieno di fascino ma sfuggente, che andava e veniva al di là del confine, senza che si potesse sapere che lavoro facesse là nell’isola, all’ombra del maresciallo Tito “occhi di vipera”. A Trieste Alma ritrova una mappa dimenticata della sua vita. Ritrova la bella casa nel viale dei platani, dove ha trascorso l’infanzia grazie ai nonni materni, custodi della tradizione mitteleuropea, dei caffè colti e mondani, distante anni luce dal disordine chiassoso di casa sua, “dove le persone entravano e se ne andavano, e pareva che i vestiti non fossero mai stati tolti dalle valigie”. Ritrova la casa sul Carso, dove si sono trasferiti all’improvviso e dove è arrivato Vili, figlio di due intellettuali di Belgrado amici di suo padre. Vili che da un giorno all’altro è entrato nella sua vita cancellando definitivamente l’Austriaungheria. Adesso è proprio dalle mani di Vili, che è stato “un fratello, un amico, un antagonista”, che Alma deve ricevere l’eredità del padre. Ma Vili è l’ultima persona che vorrebbe rivedere. I tre giorni culminanti con la Pasqua ortodossa diventano così lo spartiacque tra ciò che è stato e non potrà più tornare – l’infanzia, la libertà, la Jugoslavia del padre, l’aria seducente respirata all’ombra del confine – e quello che sarà. Federica Manzon scrive un romanzo dove l’identità, la memoria e la Storia – personale, familiare, dei Paesi – si cercano e si sfuggono continuamente, facendo di Trieste un punto di vista da cui guardare i nostri difficili tentativi di capire chi siamo e dov’è la nostra casa.

Di freccia e di gelo

Da quando è stato ritrovato, nel 1991 – restituito in condizioni miracolose dai ghiacciai delle Alpi altoatesine –, l’uomo del Similaun, comunemente conosciuto come Ötzi, è divenuto una fonte inesauribile di informazioni su com’era la vita cinque millenni fa a pochi chilometri da noi. Ma un essere umano non è soltanto usi e abitudini. Gli è propria una sostanza immateriale più profonda, fatta di sogni, paure, desideri, rimpianti. In una parola, emozioni. Se oggi la mummia nella sua teca potesse parlarci di queste, esattamente come fa il suo corpo per i cibi ingeriti e le ferite subite, che cosa direbbe? È quanto immagina Piero Lotito: che Ötzi sveli la sua storia a quei visi che gli si affollano davanti. Dagli anni della giovinezza con il padre Urd e la madre Mael alla sua formazione da cacciatore e, ancora, le sfide della natura, le insidie degli uomini, e poi il ritorno inaspettato di Ief, un amico di infanzia, e l’amore, improvviso e lacerante, per Alesh, una donna che non può avere, fino al tragico epilogo di una battuta di caccia e alla fuga dal villaggio. Maneggiando con sapienza gli attrezzi affilati della narrazione, Lotito combina una ricostruzione impeccabile della società proto-civile con il racconto degli elementi senza tempo di ogni esistenza umana: famiglia, rivalità, amicizia, vendetta e – sopra ogni cosa – l’amore. Facendoci rivivere, con intensità e senza stereotipi, un’avventura non poi così lontana da quella di tutti noi che millenni dopo calpestiamo, forse con meno rispetto, lo stesso pianeta.

Littérature italienne traduite

Les couleurs oubliées

Pour avancer, elles devront d’abord dessiner le passé…
Stella, douce et rêveuse, est passionnée de peinture. Après avoir perdu son emploi, la jeune femme se réfugie chez sa grand-tante, Letizia, qui vit seule dans sa villa sur le lac de Garde. Suite à un étrange jeu de piste orchestré par son défunt grand-oncle, Stella découvre, cachés dans une valise, des dessins qui la bouleversent. Mais quand elle interroge Letizia, celle-ci s’enferme dans un silence obstiné…
Stella tente alors de lever le voile sur l’origine de ces œuvres, pièces essentielles d’un puzzle qu’elle devra assembler pour libérer Letizia de la culpabilité qui la ronge. Une culpabilité ancrée dans l’une des périodes les plus difficiles de l’Histoire, lorsque la solidarité a réussi à l’emporter sur l’horreur…

La maison des regards

À vingt-cinq ans, Daniele, un poète, se noie dans l’alcool pour oublier la crise existentielle qu’il traverse. Alors que sa mère, déchirée de voir son fils se faire du mal, lui propose de mettre fin à leurs jours ensemble, Daniele se résout à prendre un emploi d’agent d’entretien dans le plus grand hôpital pédiatrique européen, l’Enfant-Jésus à Rome. Très vite, le jeune homme à la sensibilité exacerbée pense abandonner, tant l’injustice et la douleur qui s’imposent à ces enfants malades dépassent l’entendement et les mots. Mais le quotidien, la camaraderie et la solidarité qui se créent avec les collègues et les patients lui montreront l’authentique visage de la vie, levant le voile épais des ténèbres qui l’empêchait de vivre.

Tout avoir

Les dés sont jetés pour Sandro Pagliarani. Longtemps, ce quadragénaire milanais a pu cacher son addiction aux jeux de cartes mais sa dernière partie – catastrophique – le laisse sans travail et avec des dettes qu’il pourra difficilement rembourser.
De retour dans sa ville natale, Rimini, une station balnéaire sur le littoral adriatique, il retrouve son père. Au fil d’un dernier été ensemble, les deux hommes se confrontent aux vestiges de leur passé commun encore vivace : l’excitation des bals dansants, les virées dans la Renault 5, la première récolte du jardin mais aussi les paris et les passions qui ont marqué la famille.

La faute

Un imposteur. Voilà ce qu’est devenu, à son corps défendant, le narrateur de ce roman. Oubliés le père fantasque, tendre et dépensier, la mère austère et impénétrable. Fini le couple parental dysfonctionnel, les disputes, les fins de mois difficiles, les vacances annulées. À présent c’est dans un milieu totalement différent qu’il évolue, sous une autre identité et sous la houlette du providentiel oncle Gianni, ténor du barreau, qui aimerait bien que son protégé tire une croix sur son passé et épouse complètement son mode de vie flamboyant. Et pourtant, toujours, souvenirs et fantômes du passé ressurgissent, tourmentant sa conscience, titillant son sentiment de culpabilité, l’incitant à reparcourir les étapes d’un itinéraire qui a fait de lui ce qu’il est…

L'inventaire des nuages

Les déambulations nostalgiques d’un marchand de cheveux dans les Alpes italiennes Orphelin de père, Giacomo est élevé par son grand-père dans les montagnes du Piémont. En 1915, quand l’Italie entre en guerre, le jeune homme échappe à la conscription en raison d’une infirmité. Il est alors formé à un art délicat : la collecte des cheveux destinés à la confection de perruques. Pour devenir un caviè digne de son grand-père, ce n’est pas seulement la chevelure des femmes que recueille Giacomo, mais aussi leur histoire et celle d’un monde en voie de disparition. Cette singulière moisson qui guide ses pas à travers les sentiers alpins lui révèle peu à peu les vertus de la patience et de l’enracinement. Retraçant au gré des saisons les itinéraires secrets des ramasseurs de cheveux, Franco Faggiani compose une ode magnifique à ces petites gens aux destins aussi grands que les montagnes qui les ont enfantés.

La fugue d'Anna

Un matin comme les autres, et au soir de sa vie, Anna décide de quitter son domicile en laissant derrière elle son mari Severino et le quotidien qu’ils partagent depuis leur jeunesse. Un an après ce surprenant départ, Severino part à sa recherche, décidé à parcourir toute la Sicile pour la retrouver. Ce voyage l’entraîne dans une danse entre passé et présent où les souvenirs embellis de Severino se heurtent aux traces du désir d’émancipation d’Anna. Ensevelis sous le poids des fantômes du passé, Anna et Severino devront reconsidérer les promesses qui les unissent et affronter leurs certitudes pour se dévoiler enfin. Avec La fugue d’Anna, Mattia Corrente signe un premier roman poignant sur fond de grande Histoire où trois quêtes identitaires se croisent pour reconstituer des vérités longtemps dissimulées.

La douleur fait naître l'hiver

« Jievnibirsk est le négatif d’un ciel étoilé. Les isbas qui émergent de la neige sont toutes noires, immensément vides, et la glace grimpe comme du lierre aux parois en bois. Tout, dans cet endroit, semble inexorablement destiné à appartenir à une foule de gens sans histoire. »

Déneigeur dans une ville où la neige ne cesse jamais de tomber, Elia Legasov a perdu toute notion du temps et de la mémoire. Avec l’arrivée d’un groupe de géologues étrangers, la neige ne retiendra plus longtemps ses secrets.

Désigné par La Repubblica comme l’un des vingt-cinq écrivains de moins de vingt-cinq ans les plus prometteurs au monde, Matteo Porru signe un premier roman court et enveloppant. Avec une maturité impressionnante, il imagine les tourments d’un homme qui s’est séparé du temps et de l’espace pour tenter d’oublier.

La vie intime

Maria Cristina Palma, ex top model et épouse du Président du Conseil italien, vient d’être élue «  plus belle femme du monde  ». Une nouvelle embarrassante pour celle qui aime se tenir en retrait de la vie publique. Sauf, bien sûr, lorsque le social media manager du gouvernement décide de la mettre en scène pour démentir des rumeurs d’adultère ou charmer l’assistance. Cette Jacky Kennedy des temps modernes, tantôt rebaptisée «  Maria Tristina  » en référence aux deuils qu’elle a dû traverser, tantôt raillée en «  Maria Cretina  », s’ennuie. Lors d’une soirée, elle rencontre par hasard une ancienne connaissance, Nicola Sarti. Ils décident de se revoir. Il lui parle de leur jeunesse, lui envoie des photos. Puis, une vidéo compromettante dont elle n’a aucun souvenir. Pourtant c’est bien d’elle et Nicola dont il s’agit. Le sol se dérobe sous ses pieds. Que cherche cet homme qu’elle a perdu de vue après une croisière au large des îles éoliennes pendant laquelle ils se sont brièvement aimés  ? Alors qu’elle a accepté de donner sa première interview en direct à la télévision, elle va devoir se débarrasser de ces images qui pourraient avoir des conséquences dévastatrices pour elle et son mari.
Comédie de mœurs au rythme étourdissant et à l’ironie parfaitement dosée, ce roman explore l’insignifiance et la vacuité du rôle de première dame au temps des réseaux sociaux tout puissants.  La vie intime signe le grand retour au roman de Niccolò Ammaniti et entraîne le lecteur dans une Rome somptueuse, mais un brin décadente, celle de La Grande Bellezza de Paolo Sorrentino.

Ca saigne encore

Une déclaration d’amour à Dostoïevski et à la lecture, capable de changer le cours d’une vie.

Adolescent, Paolo Nori dévore un livre sans couverture ayant appartenu à son grand-père maçon : Crime et Châtiment, de Dostoïevski. Il est foudroyé. Ce choc le décide à se lancer dans des études de russe, puis dans la traduction, l’enseignement et l’écriture. En 2020 il entreprend de rédiger un ouvrage sur son écrivain de prédilection en se mettant lui-même en scène dans cet exercice. Dépeignant Dostoïevski comme un archer dont les flèches  » font saigner « , parce qu’elles touchent le fond de l’âme, l’universel, il découvre, malgré le fossé des années, d’étranges correspondances entre la vie du Russe et la sienne.
L’ironie, l’humour et l’anticonformisme de Nori mêlés au sérieux de la biographie produisent un cocktail explosif. S’incarnent, sous les yeux du lecteur, non seulement Dostoïevski, mais aussi Tourgueniev, Pouchkine, Gogol, Tolstoï et autres Leskov, avec autant de force que l’écrivain italien en personne et les membres de son entourage – ses parents, sa compagne surnommée  » Togliatti  » comme l’ancien secrétaire du PCI dit  » le Meilleur  » ou leur fille  » la Bataille  » –, dont nous sont contés les joies et les déboires.
Ce livre plein de vie et d’allégresse est avant tout une déclaration d’amour à la lecture, capable de changer le cours d’une vie.

La Divine Mimesis

Écrite entre 1963 et 1965, La Divine Mimesis, publiée en 1975 comme « document », selon la volonté de Pasolini lui-même, est l’un des textes les plus importants pour réfléchir à la rupture entre les années 1950 et les années 1960, et pour aborder la crise qui amène le poète italien à passer de la littérature au cinéma et à s’intéresser au « tiers-monde ».
Il s’agit pour Pasolini d’une imitation des premiers chants de l’Enfer de Dante dans laquelle il se livre à une critique acerbe de la société italienne et de l’intelligentsia des années 1960. Dans ce texte, Pasolini incarne lui-même Virgile et Dante à la fois.
La divine mimesis serait le document de cette crise et de ce passage entre deux époques. Un texte difficile, complexe comme toutes les allégories, mais fondamental, parce qu’il évoque les conséquences profondes et dévastatrices de l’émergence de la société de consommation et proclame l’urgence de trouver de nouvelles possibilités, de nouvelles formes d’engagement loin du conformisme et de la vulgarité.
Accompagné de nombreuses photographies, il s’agit d’un texte exceptionnel de l’écrivain-cinéaste, une pierre angulaire dans son œuvre, un livre-pivot.

Elles

Alessandra passe le début de son enfance à Rome, dans une famille modeste. Sa mère, pianiste de talent, a renoncé à son ambition de concertiste pour donner des leçons. Éprise d’un autre homme, elle veut quitter un mari vulgaire mais celui-ci l’en empêche. La jeune fille, envoyée par son père dans un village des Abruzzes dans l’espoir qu’elle se glisse dans le moule imposé par la tradition, grandit en refusant farouchement d’adhérer à ce modèle. Au début de la Seconde Guerre mondiale, elle rentre dans la capitale, déterminée à étudier et à exprimer sa personnalité. Elle y rencontre Francesco, un professeur antifasciste. Pensant trouver un homme capable de voir en elle une égale, elle l’épouse. L’espoir d’Alessandra est immense, et sa déception sera à la mesure de ses attentes. Avec en toile de fond la montée du fascisme, la guerre et la lutte résistante, Alba de Céspedes compose une grande fresque intime et puissante. À travers une plongée dans la psyché féminine d’une impressionnante modernité émerge la prise de conscience d’une femme qui, dans un monde dominé par les hommes, parvient à transformer la résignation en rébellion.

La grande A

Seconde Guerre Mondiale, en Lombardie. Giada, 13 ans, petite fille maigrichonne au caractère bien trempé, vit chez sa tante à contrecœur. Depuis que sa mère Adi est partie faire fortune dans les colonies italiennes en Afrique, elle ne pense qu’à la rejoindre dans ce qu’elle appelle ‘‘la Grande A’’, une terre qu’elle imagine pleine de merveilles et de promesses. Mais la défaite de l’Italie fasciste et la difficile période de reconstruction ne cessent de retarder leurs retrouvailles. Jusqu’au jour où, enfin, cette mère idéalisée revient la chercher. À 17 ans, Giada embarque alors pour l’Érythrée. Rien n’est tel qu’elle l’avait imaginé mais la jeune fille apprécie sa nouvelle vie et elle rencontre le beau Giacomo, pour le meilleur et pour le pire. De la campagne lombarde à l’été sans fin d’Assab, Giada entame son grand voyage pour se trouver elle-même.
Le premier roman de Giulia Caminito, La Grande A est une fresque lumineuse et orageuse,
à la saveur des grandes sagas familiales.

Littérature française et du monde

V13

Le procès fleuve des attentats du 13 Novembre 2015, qui ont fait 130 morts et 350 blessés à Saint-Denis et à Paris, s’est tenu entre septembre 2021 et juin 2022. Pendant dix mois, plus de 300 témoins ont été entendus, dont des rescapés de cette nuit d’horreur. Les 20 accusés ont été jugés. Parmi eux, Salah Abdeslam, le seul survivant des commandos de l’organisation du groupe État islamique, commanditaire de ces attaques. Emmanuel Carrère a assisté à l’intégralité du procès et tenu une exceptionnelle chronique hebdomadaire, publiée dans 4 grands journaux européens, L’Obs en France, El País en Espagne, La Repubblica en Italie, Le Temps en Suisse.
V13 (« comme tous, magistrats, avocats, journalistes, appelons ce monstrueux procès du vendredi 13 novembre dans lequel nous sommes embarqués », écrit E. Carrère) rassemble l’ensemble de ces chroniques. C’est une descente aux enfers dans laquelle l’écrivain parvient toujours à saisir l’humanité des uns et des autres, qu’elle soit bouleversante, admirable, ou abjecte. Il saisit l’ironie terrible des propos, des situations. Il refait le récit des événements, et surtout livre son écoute magnifique des paroles et des silences de ce procès. Il en fait notre histoire. Il donne à cet écheveau complexe d’horreur, d’idéologie, de folie et de détresse, une dimension universelle, profondément humaine, qui atteint chacun d’entre nous : « Marylin porte toujours sur elle, dans un petit tube en plastique, l’écrou de 18 mm qu’on a extrait de sa joue. Elle le sort de son sac, ce tube, devant la Cour. Elle dit : Je veux bien vous le montrer, mais je le garde. Elle le remet dans son sac et elle repart avec, et 250 autres témoignages vont déferler après et écraser le sien, mais quand même, Marylin qui s’éloigne, seule, gracieuse et triste, tellement triste, avec son écrou dans son tube, je ne l’oublierai pas. »

Klara et le Soleil

L’humanité a été transformée par la technologie : désormais, les adolescents ne vont plus à l’école et grandissent avec leurs Amis Artificiels. Ces robots de pointe sont conçus pour les instruire, les distraire et veiller sur eux. Dans la vitrine du magasin, Klara, une AA particulièrement intelligente, attend avec impatience d’être choisie. Elle observe les passants et rêve d’éprouver comme eux de la joie, de la peur, de l’amour. Bientôt, l’occasion de découvrir le monde se présente : elle est achetée par Josie, une adolescente atteinte d’une mystérieuse maladie. Mais en pénétrant l’intimité de sa nouvelle famille, Klara ne se doute pas qu’elle va devenir le témoin de troublants secrets.

La vie clandestine

« Je tenais mon sujet. Un groupe de jeunes gens assassinent un père de famille pour des raisons idéologiques. J’allais écrire un truc facile et spectaculaire, rien n’était plus éloigné de moi que cette histoire-là. Je le croyais vraiment. Je ne savais pas encore que les années Action directe étaient faites de tout ce qui me constitue : le silence, le secret et l’écho de la violence. »
La vie clandestine, c’est d’abord celle de Monica Sabolo, élevée dans un milieu bourgeois, à l’ombre d’un père aux activités occultes, disparu sans un mot d’explication. C’est aussi celle des membres du groupe terroriste d’extrême gauche Action directe, objets d’une enquête romanesque qui va conduire la narratrice à revisiter son propre passé.

Une vie heureuse

Ginette Kolinka, née en 1925, habite le même appartement depuis qu’elle a dix ans. Elle a toujours vécu là, au cœur de Paris, à l’exception de trois ans : de 1942 à 1945. Ginette nous fait la visite. Il y a les portraits de ceux qui ne sont pas revenus de Birkenau : son père, son petit frère, son neveu. Les disques d’or de son fils, Richard, batteur du groupe Téléphone. Les photos de famille : petits-enfants, arrière-petits-enfants. Les dessins des écoliers, à qui elle raconte son histoire aux quatre coins de la France. Et même les meubles qu’ont laissés les « collabos ». On traverse le temps : l’atelier du père, les cinq sœurs, la guerre, ce mari adorable et blagueur. Les marchés, qui l’ont sauvée. Et les camps qui affleurent à chaque page, à chaque pas. Mais Ginette, c’est la vie ! Le grand présent.

Un animal sauvage

Braquage à Genève 2 juillet 2022, deux malfaiteurs sont sur le point de dévaliser une grande bijouterie de Genève. Mais ce braquage est loin d’être un banal fait divers… Vingt jours plus tôt, dans une banlieue cossue des rives du lac Léman, Sophie Braun s’apprête à fêter ses quarante ans. La vie lui sourit. Elle habite avec sa famille dans une magnifique villa bordée par la forêt. Mais son monde idyllique commence à vaciller. Son mari est empêtré dans ses petits arrangements. Son voisin, un policier pourtant réputé irréprochable, est fasciné par elle jusqu’à l’obsession et l’épie dans sa vie la plus intime. Et un mystérieux rôdeur lui offre, le jour de son anniversaire, un cadeau qui va la bouleverser. Il faudra de nombreux allers-retours dans le passé, loin de Genève, pour remonter à l’origine de cette intrigue diabolique dont personne ne sortira indemne. Pas même le lecteur.

Ouroboros

Athènes, décembre 2008. Pendant que la capitale grecque s’embrase, l’ancien boxeur Alexanguélos Elefantis contemple sa vie avec amertume. Incapable d’oublier son premier amour, il noie sa solitude et le souvenir de ses échecs dans l’alcool. Alors qu’il se regarde doucement sombrer, un éminent professeur de philosophie est retrouvé mort dans d’étranges circonstances, et Alexanguélos se voit confier la garde de sa fille de dix-sept ans en échange d’un confortable héritage. Mais tandis que les émeutes redoublent d’intensité dans les rues et que l’influence mortifère d’un groupuscule nationaliste plane dans le ciel noirâtre d’Athènes, une deuxième mort suspecte survient. Alexanguélos comprend vite que sa mission se corse dangereusement. Dans ce polar urbain et politique, qui fait se croiser la petite et la grande histoire sur fond de musique rock, la fumée suffocante des gaz lacrymogènes se mêle à l’odeur de poudre, à mesure que l’étreinte des fantômes qui hantent chacun des personnages se resserre, inexorablement.

Le ciel ouvert

Ces textes sont nés parce qu’il fallait bien écrire ce qui vient, au jour le jour, les gens, les livres, l’amour et son contraire, et puis les trains, les rencontres, l’effroi des dimanches, le grand émerveillement horizontal de nos étés, le gâchis et le désir possible, tout ce qui pendant des années exigeait des mots et a trouvé sa place sur Instagram, par bribes, par petites touches compactes, jusqu’à devenir cette histoire qui est toujours déjà commencée. Ici la solitude dans une chambre d’hôtel, là une voyageuse qui va au-devant de l’immensité de sa vie, le tapage des bars et leur petit peuple d’orpailleurs, et puis la mer, les villes entrevues, les commencements et le bonheur intenable, les saisons, les draps froissés, les gueules de bois, l’attente, l’épreuve des corps, l’enfance et toujours ce temps qui fait défaut, notre besoin qui crève le ciel et ce seul mot d’ordre qui court de phrase en phrase : « Accroche-toi, surtout ne cède rien de ta joie. » À l’orée des grands incendies, nous aurons au moins eu ça, la bière, le sel et la pénombre d’une chambre où l’on marche pieds nus, nos veilles aux yeux plissés et le petit matin à trente-deux degrés déjà, les draps qui claquent dans le vent dehors et le bleu de la mer, nos engueulades et la catastrophe de tes reins. C’est assez de souvenirs pour dix romans et nos deux vies.

L'échappée

Universitaire à la retraite, François est contraint de prendre à pied la direction de la Suisse. Une guerre civile aux enjeux flous pèse sur son propre pays, mais d’autres raisons cruciales le poussent à fuir.

Parvenu dans une petite gare sans train, François fait la rencontre de Constance, une jeune violoncelliste, à la dérive elle aussi. Leurs solitudes vont s’unir pour le périple qui les attend.
Mais à peine sur la route, le tandem se fait enlever par un étrange groupe d’adolescents, armés et imprévisibles, à l’image de leur chef. Entre marches forcées, promiscuité, danger permanent, François et sa compagne d’infortune vont tenter de se sauver eux-mêmes.

L’Échappée est l’histoire d’un homme conscient d’avoir « fait son temps » qui se retrouve plongé dans une aventure le confrontant à une autre jeunesse que la sienne, à son passé, mais aussi à un réel qu’il n’aurait jamais imaginé.

Turbulences

Une lune de miel en Amérique du Sud tourne au cauchemar. Un médecin-chef d’un hôpital de Tel-Aviv se sent étrangement proche d’une jeune femme de son service jusqu’à éprouver le besoin impérieux de la protéger. Un couple marié a pour habitude de se promener le samedi matin dans un verger à la périphérie de la ville, mais lorsque l’homme entre pour un instant dans le jardin, il disparaît sans laisser de traces. Trois histoires d’amour turbulentes et non conventionnelles s’entrecroisent et nous plongent dans l’énigme qui se trouve au coeur de toute intimité. Sans délaisser l’ironie si caractéristique de son écriture, Eshkol Nevo fouille les relations humaines en utilisant habilement les mécanismes du thriller.

Qui-vive

Mathilde est devenue insomniaque. Puis elle a perdu le sens du toucher. Il y a eu d’autres signes : des feuillets retrouvés à la mort de son grand-père, une vidéo de Leonard Cohen à Jérusalem, le retour de la guerre en Europe. Mathilde est désorientée.

Est-ce pour cela qu’elle décide subitement de prendre un avion pour Israël?? Comme si la réponse aux questions qu’elle se pose l’attendait là-bas depuis toujours.

De Tel-Aviv à Capharnaüm, puis à Jérusalem, ses rencontres avec des inconnus – et quelques fantômes – ne font qu’approfondir le mystère.

Jusqu’au moment où, dans un éclair, la vérité lui apparaît. Prenant l’Histoire à bras-le-corps, Qui-vive est aussi l’itinéraire d’une femme qui cherche à réconcilier son paysage intérieur avec le monde qui l’entoure. Un roman aux multiples facettes qui confirme de manière éclatante le talent de son auteure.

policiers / polars

Sable noir

Le premier volet d`une nouvelle série policière (650 000 exemplaires vendus en Italie), dont l`adaptation TV est en cours, par les producteurs de la série Commissaire Montalbano, d`après les romans d`Andrea Camilleri.
De nos jours, dans une région de Sicile recouverte de sable noir, le corps d`une femme momifiée est retrouvé dans une vieille villa située sur les pentes de l`Etna.L`enquête est confiée à la commissaire Vanina Guarrasi qui, après trois ans passés à Milan, est revenue sur son île natale diriger la brigade criminelle de Catane.
Depuis soixante ans, la villa est presque à l`abandon, et découvrir l`identité du cadavre va se révéler délicat. Aussi Vanina demande-t-elle à Biagio Patane, inspecteur à la retraite marié à une femme fort jalouse, de l`aider.Grâce aux souvenirs de l`ancien inspecteur, qui la mèneront à Il Valentino, la maison close où tout a débuté, Vanina va pouvoir remonter le temps.
Une enquête où pratiques mafieuses et rancœurs teintées de jalousie et de trahison vont se mêler jusqu`à l`éruption finale.

La stratégie du lézard

Sauf qu’aujourd’hui, ils ont vieilli, et leur colère s’est transformée en déception. Ils n’ont plus besoin de Dieu, ni d’un parti. Ou s’ils en ont besoin, ils ne savent plus où les trouver. Dans la ville crépusculaire de Parme, recouverte d’un épais manteau de neige, la pourriture semble se cacher partout : la corruption sévit, la criminalité échappe à tout contrôle et la révolte grandit. Le commissaire Soneri tente difficilement de réprimer sa colère devant ce désordre incontrôlable. Il doit composer avec trois axes d’investigation, trois faits étranges dont le lien semble impossible à faire. Le premier vient d’Angela, sa compagne, qui rapporte des sons étranges provenant de la rive du fleuve. Se glissant dans l’herbe gelée, Soneri trouve un téléphone portable – sans carte mémoire – et de mystérieuses traces de chiens qui ne vont nulle part. La seconde débute dans un hospice, avec la disparition mystérieuse d’un vieil homme amnésique, et qui semble n’avoir laissé aucune trace. Enfin, la troisième piste d’enquête conduit Soneri vers les pistes de ski sur lesquelles le maire de la ville s’est évaporé : tout le monde savait qu’il serait là en vacances, personne ne se souvient de l’y avoir vu.
S’il y a bien une chose dont est certain Soneri, c’est que tous ces cas dissimulent une même stratégie : celle du lézard.

Qualcuno che conoscevo

Se la sorte ti ha riservato un parto trigemellare, meglio prenderla con umorismo. Forse è per questo che Valentina Bronti, trentenne, torinese, una carriera messa tra parentesi, ha scelto per le sue tre bambine i nomi di Emilia, Carlotta e Anna, come le celebri sorelle Brontë. Conservare alto l’umore non è così facile per Valentina, una vita incastrata tra illusori tutorial sulle pulizie domestiche e una relazione fallimentare con Marco, il padre delle bimbe che si è ritirato a dormire nello sgabuzzino. Finché un giorno viene convocata all’asilo perché le tre piccole pesti hanno tentato la fuga trascinando con sé una compagna. Davanti alla direttrice, c’è un’altra mamma: Chiara Barberis. Altezzosa e severa, Chiara lascia in Valentina una strana impressione. Un’impressione confermata dalla scoperta che si tratta proprio di «quella» Chiara Barberis: la sorella di Elisa, la ragazza scomparsa inspiegabilmente dieci anni prima, quasi inghiottita dal buio di una Torino che da sempre ha fatto del mistero il suo secondo volto. È così che Valentina si ritrova in una storia piena di ombre e bugie. Con un entusiasmo e una sagacia sorprendenti, prima di tutto per lei, si tuffa nelle strade, nei palazzi signorili, negli atenei della città, improbabile ma tenace investigatrice. Ciò che Valentina scoprirà di Elisa, di Torino e soprattutto di sé stessa è la materia spumeggiante di questo romanzo, capace di tratteggiare un personaggio attualissimo in cui convivono senso di inadeguatezza, acume e un’ostinata vitalità.

Tutti i particolari in cronaca

La corsa all’alba, la colazione al bar, poi nove ore di lavoro all’archivio del tribunale, una cena piena di silenzi e la luce spenta alle dieci: Carlo Cappai è l’incarnazione della metodicità, della solitudine. Dell’ordinarietà. Nessuno sospetta che ai suoi occhi quel labirinto di scatole, schede e cartelle non sia affatto carta morta. Tutto il contrario: quei faldoni parlano, a volte gridano la loro verità inascoltata, la loro richiesta di giustizia. Sono i casi in cui, infatti, il tribunale ha fallito, e i colpevoli sono stati assolti « per non aver commesso il fatto » – in realtà per i soliti, meschini imbrogli di potere. Cappai, semplicemente, porta la Giustizia dove la Legge non è riuscita ad arrivare – sempre nell’attesa, ormai da quarant’anni, di punire una colpa che gli ha segnato la vita. Walter Andretti è invece un giornalista precipitato dallo Sport, dove si trovava benissimo, alla Cronaca, dove si trova malissimo. Quando il capo gli scarica addosso la copertura di due recenti omicidi, Andretti suo malgrado indaga, e dopo iniziali goffaggini e passi falsi comincia a intuire che in quelle morti c’è qualcosa di strano. Un legame. Forse la stessa mano… Antonio Manzini, il creatore dell’indimenticabile vicequestore Schiavone, entra nel catalogo del Giallo Mondadori con una storia serrata e sorprendente che si interroga sull’equilibrio tra legge e giustizia, e su ciò che saremmo disposti a fare pur di guarire le nostre ferite.

ESSAIS / DIVERS

Antologia degli sconfitti

Sono vite che si muovono su un piano inclinato. Quando manca la prospettiva, esiste solo il presente, e ci si cade dentro come fosse un precipizio. L’affitto da pagare. La bolletta della luce. Trovare i soldi per il dentista e trovare un senso, un po’ di bellezza. Di mese in mese. Un eterno presente. Vite declinanti, senza riparo. Esistono i salvati e gli altri, questo libro è per gli altri. L’ex sindacalista della Cgil picchiata in strada per una questione di principio. L’aspirante giornalista pagato 3,30 lordi a cartella. Il ladro rimasto incastrato nel buco che stava scavando per fare un colpo a Roma. La barista di Portofino il cui stipendio mensile vale 340 bottigliette d’acqua, di quelle bottigliette che lei stessa porta in tavola. In un tempo in cui conta soltanto chi vince, e la vittoria consiste nell’arricchimento e nella notorietà, tutti gli altri perdono. E perdono anche il diritto alla soddisfazione, alla bellezza, alla pace. È saltato il paradigma che sorreggeva il secolo scorso. Niccolò Zancan racconta storie vere del nostro tempo, con l’urgenza della cronaca e la penna della poesia.

La città autistica

Che cos’è una città «autistica»? È uno spazio per immaginare e sperimentare modi diversi di intendere le diversità, incluse quelle neurologiche, anche al di là del linguaggio delle categorie, delle diagnosi e delle disabilità. Il mondo ha bisogno di città del genere: «autistico» non va inteso in senso peggiorativo e la condizione di neurodiversità può offrire molto per progettare città più vivibili e aperte. Costruire realtà urbane migliori significa anche sovvertire le categorie morali e i linguaggi comunemente associati all’autismo. Alberto Vanolo offre una serie di proposte provocatorie per la città autistica, una sorta di manifesto con principî generali per immaginare realtà urbane più semplici e sostenibili, non solo per chi vive una condizione di neurodivergenza.

La défaite de l'occident

L’implosion de l’URSS a remis l’histoire en mouvement. Elle avait plongé la Russie dans une crise violente. Elle avait surtout créé un vide planétaire qui a aspiré l’Amérique, pourtant elle-même en crise dès 1980. Un mouvement paradoxal s’est alors déclenché : l’expansion conquérante d’un Occident qui dépérissait en son coeur. La disparition du protestantisme a mené l’Amérique, par étapes, du néo-libéralisme au nihilisme ; et la Grande-Bretagne, de la financiarisation à la perte du sens de l’humour. L’état zéro de la religion a conduit l’Union européenne au suicide mais l’Allemagne devrait ressusciter. Entre 2016 et 2022, le nihilisme occidental a fusionné avec celui de l’Ukraine, né lui de la décomposition de la sphère soviétique. Ensemble, OTAN et Ukraine sont venus buter sur une Russie stabilisée, redevenue une grande puissance, désormais conservatrice, rassurante pour ce Reste du monde qui ne veut pas suivre l’Occident dans son aventure. Les dirigeants russes ont décidé une bataille d’arrêt : ils ont défié l’OTAN et envahi l’Ukraine. Mobilisant les ressources de l’économie critique, de la sociologie religieuse et de l’anthropologie des profondeurs, Emmanuel Todd nous propose un tour du monde réel, de la Russie à l’Ukraine, des anciennes démocraties populaires à l’Allemagne, de la Grande-Bretagne à la Scandinavie et aux États-Unis, sans oublier ce Reste du monde dont le choix a décidé de l’issue de la guerre.

Atlante appennino. Un'ecobiografia

Un mondo è finito. Secondo alcuni, un’era geologica. Le trasformazioni dettate dalla crisi climatica mutano il pianeta e i viventi, rendendo manifesti i legami che intercorrono tra essi. Indagare questi nuovi rapporti ci porta a ridefinire l’umano e ad allargare la portata delle relazioni che lo caratterizzano. « Atlante Appennino » è un’ecobiografia che narra l’interazione tra storie di vita e ambiente, e invita ciascuno di noi a rintracciare quali sono i legami e gli incontri con il mondo naturale che hanno segnato o che potrebbero segnare la propria esistenza. Cartografare l’Appennino attraverso scritture composite e narrazioni, frammenti biografici e pensiero filosofico muove dalla necessità di oltrepassare un approccio antropocentrico, per tracciare nuove mappe e analisi poetiche dello spazio. Rovistando nelle torbiere della storia profonda di questo luogo ancora poco esplorato, tanto ingombrante quanto sfuggente, ci si avventura in esercizi di variazione dell’immaginario, per creare nuove identità narrative in movimento.

Le voyage en famille

La collection « Petite philosophie du voyage » invite Bernard Delloye, juriste devenu maraîcher, à exprimer le bonheur d’arpenter et de découvrir le monde avec ses enfants. Choisir la nature pour école et le voyage pour maître, éprouver ensemble la joie des rencontres ou les aléas, constitue une expérience de vie inoubliable et soude une famille pour toujours.

poÉsie

Carla, une jeune fille

La ragazza Carla est l’un des textes majeurs de la poésie italienne du vingtième siècle, un « classique récent de la poésie italienne », comme Umberto Eco l’a défini dès les années soixante. Carla, une jeune fille introduit un nouveau ton dans la poésie italienne de l’après-guerre, loin des thématiques et des courants poétiques les plus repérés. Il retrace le difficile chemin de l’émancipation de Carla, en passant par le rapport au travail, à l’argent, au monde capitaliste, à la morale des années cinquante. C’est une sorte de fable urbaine du vingtième siècle, sous la forme d’un récit en vers polyphonique. Le livre retrace les premières expériences d’une fille de dix-sept ans issue des classes populaires de la banlieue de Milan à la fin des années cinquante. Entre description, narration et analyse, les poèmes racontent l’histoire d’une jeune fille confrontée à la grande ville industrielle, aux moeurs de son époque, au monde des adultes et à celui du travail : les cours du soir, le premier emploi, la peur de la séduction, l’agression sexuelle et l’humiliation de devoir accepter une logique sordide afin de ne pas perdre son travail. Carla, une jeune fille est un texte détonnant dans la poésie de l’époque, et qui reste d’une force et d’une actualité étonnantes.

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