Nouveautés

Octobre 2024
Découvrez notre sélection de la rentrée littéraire !

Voici une sélection des nouveautés littéraires que vous pourrez trouver dans votre librairie L’accent qui chante.

À réserver sans modération ! 😊

Littérature italienne en VO

La malacarne

Con la stessa energia narrativa de “La Malnata”, Beatrice Salvioni ci trasporta ancora nell’Italia fascista. E ci fa guardare il mondo con gli occhi di due ragazze tormentate e ribelli, inseparabili, che la Storia vuole tenere lontane. Una sedicenne corre a piedi nudi per la strada. È notte, indossa solo una sottoveste, e corre disperata per la città deserta. È delusa, piena di rabbia, perché ha scoperto di essere stata tradita, e da qualcuno che mai avrebbe creduto potesse ingannarla. Si apre come uno squarcio, questo romanzo terso e furioso. Siamo a Monza, nell’aprile del 1940. Da quattro anni Francesca non sa più nulla di Maddalena. La sua amica è stata rinchiusa in manicomio, e mai ha risposto alle lettere che lei le ha spedito. Francesca crede sia per risentimento nei suoi confronti. In fondo, è sempre toccato a Maddalena il ruolo della reietta, della Malnata. Ma adesso ha subito uno scossone anche la vita di Francesca, che è fuggita di casa ed è andata a vivere da Noè Tresoldi, destando scandalo. Sua madre la accusa di essere una degenerata, una Malacarne. Poi, finalmente, Maddalena torna. È piccola e magra, come non fosse mai cresciuta, e si finge l’adolescente coraggiosa di sempre; ma Francesca lo vede, che è diversa. Che cosa è successo in manicomio? Intanto, l’Italia entra in guerra. Tra la fame e la paura delle bombe, ogni giorno diventa più difficile. E arriva il momento di scegliere da che parte stare.

La fumana

Il suo nome è Fumana, che nella bassa del Po vuol dire nebbia. In quel mare pallido che copre ogni cosa come un mantello, a lei piace perdersi, e non ha paura di nulla. Lo sa bene suo nonno, il rude Petrolio, che di notte la porta nelle paludi a pescare le anguille. Fumana cresce libera e selvaggia, ma quando comincia a farsi donna, Petrolio deve chiedere aiuto alla Lena, la «strigossa» della zona. Lena le insegnerà molte cose, da come stendere la sfoglia per i cappelletti alle parole segrete che usa per guarire le persone. Così, mentre l’Italia passa da una guerra all’altra, Fumana scopre il suo dono, la sua vocazione. Una storia piena di tenerezza sui legami e sulla trasmissione dei talenti, sull’accettazione del proprio destino ma anche sulla tenacia nel cercare la propria strada. A Fumana la nebbia piace così tanto che a volte, quando si immerge in quel bianco opalescente, sembra ci sia qualcuno – o qualcosa – ad aspettarla. Le piace pure pescare con il nonno, la notte, sul sandolo, una lanterna a illuminare il buio della palude. E poi, da un certo punto in avanti, inizia a piacerle anche Luca: dopo aver fatto il bagno con lui alla pozza delle monache, torna a casa senza sapere bene che cosa le si agita dentro, e perché. La notte in cui è nata, la gente di Voltascirocco se la ricorda ancora, sembrava che l’Adige volesse portarsi via tutto il Veneto. Se sopravvivi a un disastro come quello, con tua madre che muore di parto e tuo padre che forse è fuggito verso la Merica a cercare fortuna, è perché la vita ti ha destinato a qualcosa. I primi anni col nonno Petrolio, nella quiete immobile dei margini del paese, tra i canali pieni di rane, anguille e tinche, Fumana li passa a esplorare tutto ciò che può e a far finta di non sentire i giudizi degli altri. Ma poi l’infanzia finisce, e persino il burbero Petrolio capisce che deve fare qualcosa, che sua nipote sta diventando una ragazza: l’incontro con Lena, che con certe sue parole, con certi suoi segni, con certe sue erbe guarisce la gente, sarà la svolta. Ma accettare il proprio dono – Fumana è «venuta al mondo con la veste» e ha perciò qualità prodigiose – significherà forse sacrificare tutto il resto. Paolo Malaguti ci racconta una storia antica eppure ancora vicina. Un mondo perduto tra il fiume e la pianura, tra la pesca e la magia contadina, al centro del quale c’è un personaggio femminile tenace, alle prese con le aspettative di una società chiusa, a tratti meschina, e il desiderio di essere sé stessa.

La strangera

Prendere la propria vita e andare – per capire se stessa, trovare un futuro, non scendere più ma restare. Sono questi i motivi per cui, una mattina di maggio, Beatrice lascia Torino per trasferirsi tra le montagne. Quelle montagne che, ne è certa, sono donne anche se spesso recano nomi maschili. Donne come lei, che appena arrivata al rifugio del Barba, un uomo burbero dal passato misterioso, si sente respinta, in quanto fumna e strangera. Marta Aidala ha il coraggio di una voce limpida che lascia parlare i gesti e gli accadimenti, i rumori del bosco, gli odori, la luce di un cielo alto sopra le cime. E sa raccontare nei dettagli più concreti una nuova epica, quella di una ragazza che va dietro alla propria libertà nonostante le esitazioni e le paure, una ragazza che cerca se stessa nei sentieri e tra gli uomini di montagna, in un mondo che sente suo anche se le vecchie tradizioni la guardano con diffidenza. Con timore e curiosità, come la guarda Elbio, il giovane malgaro con cui Beatrice instaurerà un legame profondo, fatto di ritrosie e slanci, in quell’intimità fragile e struggente che c’è tra due persone che si specchiano e si riconoscono. Quando l’estate finisce Beatrice però decide di non seguire Elbio a valle, rimane invece assieme al Barba in rifugio, luogo che ora, forse, sente di poter chiamare casa. Ma l’inverno senza neve le rivelerà una montagna inaspettata, spingendola a rimettere tutto in discussione, e interrogandola ancora una volta sul suo futuro, sulla persona che vuole essere e sui luoghi a cui sente di appartenere.

Il male che non c'è

Capita, nella vita, che l’universo ci appaia diviso tra quelli che agiscono e non si fanno spaventare dal mondo e quelli come noi, abitati da un dolore nascosto sottopelle. Per Loris tutto ha avuto inizio nel tempo bambino, quando le estati erano piene di fascino come l’orto di nonno Tempesta, vicino alle rovine dell’antica Galeria. Quando era insieme al nonno, il bisogno eccessivo di leggere per scacciare le angosce scompariva e lui imparava cose meravigliose come costruire una voliera e allevare i colombi, fedelissimi e iridescenti. Ora Loris ha trent’anni, ha fatto della lettura il suo mestiere, vive in città e ha una fidanzata di soprannome Jo. Ma il lavoro in casa editrice è precario, l’ansia di non essere all’altezza dell’età adulta lo schiaccia, lo divora. Loris scivola dentro sé stesso, prima per difendersi, poi per auscultare i messaggi d’allarme che il suo corpo gli manda. C’è un male dentro di lui, un male capace di portarsi via ogni residuo di speranza. E mentre i medici, la fidanzata, i genitori appaiono sempre più lontani, a Loris rimangono solo due alleati: i social media, sollievo e nutrimento per i suoi fantasmi, e Catastrofe, la creatura mutaforme – gatta, lupa, amica, sposa – che gli sta vicino nei momenti più difficili. Ancora una volta Giulia Caminito sceglie la via del romanzo per raccontare sé stessa e la sua generazione, che non ha subito guerre o privazioni materiali ma ha avuto in sorte la solitudine della Rete e della precarietà. La sua scrittura essenziale si apre in questo libro a una sorprendente atmosfera onirica, facendo dell’ipocondria una memorabile protagonista – la seducente e beffarda Catastrofe – e mettendo in scena tra i palazzi urbani la selva oscura in cui tutte le nostre più dolorose esperienze si muovono. Il male che non c’è è un libro sul potere dell’immaginazione e dell’infanzia, è il romanzo di una discesa agli inferi e della risalita verso l’origine luminosa a cui tutti, se vogliamo, possiamo tornare, come solo i colombi sanno fare.

Piedi freddi

Questo libro è per noi, nati e cresciuti nella pace. Per noi, che stiamo al sicuro nelle nostre tiepide case e guardiamo la guerra attraverso gli schermi degli smartphone. È stato proprio di fronte alle prime immagini dell’invasione russa dell’Ucraina all’inizio del 2022 che Francesca Melandri ha cominciato a collegare quegli eventi ad altri più lontani nel tempo: i luoghi dove la guerra tra eserciti stava rientrando in Europa per la prima volta dopo ottant’anni sono gli stessi che hanno segnato per sempre la vita di suo padre e di decine di migliaia di nostri padri e nonni, tra il 1942 e il 1943, durante la ritirata di Russia. Anche per merito di un paio di valenki, le sovrascarpe di feltro che impedirono ai suoi piedi di congelarsi, Franco Melandri fu uno dei fortunati che dalle steppe ucraine riuscirono a tornare; e nella lunga vita che ebbe in sorte in tempo di pace cercò più volte di raccontare la immane tragedia a cui aveva preso parte. In questo libro le sue parole risuonano, ma soprattutto a parlarci sono i suoi silenzi, le opacità di un uomo che come tanti altri della sua generazione si trovò a combattere dalla parte sbagliata. Questo romanzo è così al tempo stesso il viaggio di una scrittrice alla ricerca della verità di un padre e una meditazione sulla guerra che oggi torna a lambire l’Europa, imponendoci di riflettere su cosa significa davvero la parola “pace”. Muovendosi indietro e avanti nel tempo Francesca Melandri scopre ricordi rimasti sepolti sotto la neve, li collega a fatti e volti del presente e scava nelle nostre coscienze con la forza della letteratura. Piedi freddi è un libro di alto valore civile, che nel raccontarci due guerre ci racconta ogni guerra, nel ripercorrere il destino di un uomo delinea quello dell’umanità intera, nel rievocare emozioni non rinuncia a ragionare, a voler capire, a trovare il coraggio per prendere posizione.

L'ora del destino

Sono trascorsi quarant’anni da quando il figlio del fabbro di Dovia ha mosso i primi passi in politica; quasi venti da quando ha impugnato lo scettro del potere; poche settimane da quando ha annunciato agli italiani che il destino batte l’ora della guerra. Proprio adesso, alla fine di giugno del 1940, quel destino offre al Duce un segno, forse un presagio: Italo Balbo, il condottiero della Milizia, il maresciallo dell’aria celebre in tutto il mondo, viene abbattuto in volo dal fuoco amico. Ma non c’è più tempo per volgersi indietro. Affinché la Storia metta in scena l’immane tragedia della guerra, ciascuno deve interpretare la sua parte. Come il generale Mario Roatta, feroce pianificatore di rappresaglie e capo di un esercito spaventosamente impreparato. Come Galeazzo Ciano, ossessionato dall’idea di dominare il Mediterraneo; Edda, pronta a unirsi alla Croce rossa per avere la sua prima linea; Clara Petacci, che stringe tra le braccia un uomo sempre più simile a un fantasma; Amerigo Dùmini, l’assassino di Matteotti, che ha prosperato ricattando quel fantasma. Come una generazione intera di soldati tra cui l’alpino Mario Rigoni Stern, arruolatosi volontario, che nel gelo del fronte russo apre gli occhi sulla natura del dramma a cui partecipa, o il maggiore Paolo Caccia Dominioni, che deve guidare il suo reparto nelle sabbie della tragica battaglia di El Alamein; e una generazione intera di gerarchi tra cui Dino Grandi, sempre più insofferenti verso il Duce. E infine c’è lui, Benito Mussolini, ancora convinto di poter bilanciare in Europa le brame conquistatrici di Hitler ma in realtà pronto a scodinzolare al fianco della tigre tedesca come un patetico sciacallo. A questo quarto pannello della sua epopea letteraria e civile Scurati affida il gigantesco affresco dell’Italia fascista sui fronti del secondo conflitto mondiale, degli errori, degli orrori e dell’eroismo ancora possibile per uomini e donne reduci da vent’anni di dittatura. E tratteggia il ritratto al nero di un uomo di fronte al destino che ha plasmato per sé e per un’intera nazione, solo all’incrocio tra il parallelo del crepuscolo e un meridiano di sangue.

Littérature italienne traduite

Les merveilles

Elba porte le nom d’un fleuve : c’est sa mère qui l’a choisi. Seuls les fleuves circulent librement, lui disait-elle, avant de disparaître mystérieusement. Depuis, Elba grandit seule dans cet endroit qu’elle nomme le monde-à-moitié : un asile psychiatrique, à Naples.
C’est là qu’elle pose son regard d’enfant, sur le quotidien de cette « maison des fêlés, avec dedans plein de gens qui ressemblent à des félins », nourrissant de ses observations son Journal des maladies du mental. Jusqu’au jour où le jeune docteur Fausto Meraviglia décide de libérer les patients, comme le prévoit une loi votée quelques années plus tôt en 1978, et de prendre Elba sous son aile. Lui qui n’a jamais été un bon père apprend le poids et la force de la paternité.
Après le succès du Train des enfants et du Choix, Viola Ardone poursuit son exploration de l’Italie du XXe siècle. Une ode aux mots qui rendent libre et au pouvoir des femmes, par l’une des grandes voix de la littérature italienne d’aujourd’hui.

Ma mère est un fait divers

Le 24 juin 1965 à Rome, un bébé est abandonné sur la pelouse de la Villa Borghèse. Ses parents, ce sont Lucia
et Giuseppe. Mariée de force, la jeune femme s’est enfuie, quittant un mari et une belle-famille violents, pour vivre son grand amour. À cette époque, en
Italie, cela rend Lucia et son compagnon criminels, coupables d’adultère et d’abandon du domicile conjugal. Sans parler du statut d’enfant illégitime qui
va planer toute sa vie au-dessus de leur fille. Acculé par l’impossibilité de faire famille, le couple se résout à l’abandonner et à se suicider ensemble,
dans les eaux du Tibre. L’enfant orpheline, c’est Maria
Grazia Calandrone. Cinquante ans plus tard, elle mène l’enquête pour retracer l’histoire de ses parents biologiques et comprendre leur geste. En explorant
leur trajectoire, Maria Grazia Calandrone fait aussi revivre avec réalisme, dans une langue poétique et singulière, l’Italie de l’après-guerre en pleine
industrialisation et la pression sociale destructrice pesant sur les femmes.

La vie qui reste

Le roman phénomène de la rentrée. Le roman de la résilience. L`histoire d`une blessure secrète et incurable. Comment, avec le temps, un couple parvient à retrouver le lien qui l`unit.
Il y a des livres qui vous pénètrent, qui vous prennent par la main. C`est le cas de ce premier roman magnétique de Roberta Recchia,  » une prouesse d`écriture, qui commence en romance, s`enchaîne en polar et s`ouvre au finale sur une merveilleuse morale contemporaine  » (Corriere della Sera).
Rome, années 50. Marisa et Stelvio Ansaldo tombent éperdument amoureux dans l`atelier d`Etorre, le père de Marisa. Ils forment un couple iconique, tout droit sorti d`un film de Visconti. Quelques années plus tard, Betta, 16 ans, leur fille adorée, belle et libre, est retrouvée morte sur une plage près de Rome. Le couple se délite, l`affection mutuelle et la complicité disparaissent, seul reste le chagrin.
Mais personne ne sait que Miriam, la cousine de Betta était présente le soir du drame. Le secret de cette nuit lui devient insurmontable jusqu`à ce que, au bord du gouffre, elle rencontre Leo. Il va l`aider à remonter le fil, à retrouver les coupables de cette épouvantable agression. Alors seulement la résilience se fait.

Littérature française et du monde

Ilaria ou la conquête de la désobeissance

Un jour de mai 1980, Ilaria, huit ans, monte dans la voiture de son père à la sortie de l’école. De petits hôtels en aires d’autoroute, l’errance dans le nord de l’Italie se prolonge. En pensant à sa mère, I’enfant se promet de ne plus pleurer. Elle apprend à conduire et à mentir, découvre Trieste, Bologne, l’internat à Rome, une vie paysanne et solaire en Sicile. Grâce aux jeux, aux tubes que les deux chantent à tue-tête dans la voiture, grâce à Claudia, Isabella ou Vito, l’enlèvement ressemble à une enfance presque normale. Mais le père boit trop, il est un « guépard nerveux » dans un nuage de nicotine pense la petite. S’il la prend par la main, mieux vaut ne pas la retirer ; ni reculer son visage quand il lui pince la joue. Ilaria observe et ressent tout.
Dans une langue saisissante, rapide et précise, ce roman relate de l’intérieur l’écroulement d’une petite fille qui doit accomplir seule l’apprentissage de la vie.

Faïel & les histoires du monde

À la suite du meurtre de son père, le jeune Faïel est chassé de sa ville natale. Avec sa mère et sa petite sœur, ils abandonnent leurs biens et s`enfuient, dans la hâte, à la recherche d`une nouvelle terre d`accueil. Le roman raconte l`histoire de leur quête.À la suite du meurtre imprévisible de son père, le jeune Faïel est chassé de sa ville natale. Avec sa mère Sisine et sa petite sœur Nénelle, tous trois devenus étrangers, ils abandonnent leurs biens et s`enfuient, dans la hâte, à la recherche d`une nouvelle terre d`accueil. Le roman est l`histoire de cette quête, mais aussi de ceux que leur vie va croiser. Et c`est une grande histoire, pleine de mystères, envoûtante et âpre. Un récit où les êtres aiment, chantent et se taisent, où les langues et les mémoires s`affrontent. Une fable où les montagnes, les arbres et les oiseaux se font les gardiens de secrets anciens, tandis que des femmes veillent et œuvrent sans cesse dans l`espoir de sauver l`humanité.

L'italien

Pendant la Seconde Guerre mondiale, Elena Arbués, libraire d’Algésiras, une jeune veuve dont le mari a été tué au cours de l’attaque contre la marine française à Mers el-Kébir, voit son destin chamboulé par le hasard.
Lors d’une balade sur la plage, elle découvre le corps d’un homme blessé, ramené par la mer. En lui sauvant la vie, elle se retrouve impliquée dans des opérations militaires qui se jouent sous ses yeux, car cet homme, Teseo Lombardo, fait partie d’un groupe de plongeurs de combat italiens qui s’infiltrent par la mer dans le port de Gibraltar, à dos de torpilles autopropulsées, pour déposer des charges explosives sous les bateaux ennemis.
Par désir d’aventure (ou pour venger son mari ?), Elena décidera de participer secrètement aux opérations de sabotage. Elle franchira la frontière jusqu’à Gibraltar, où le danger l’attend, très loin de ses livres et de la vie de solitude à laquelle elle se croyait condamnée.
Roman d’amour, de mer et de guerre, L’Italien est aussi le récit de l’enquête menée par un journaliste d’investigation espagnol qui reconstitue, au gré de témoignages des survivants, l’histoire d’amour d’Elena et de Teseo, et nous raconte avec brio cet épisode oublié de l’affrontement entre les hommes de la Royal Navy et les commandos italiens en Méditerranée.

Hôtel Roma

« Je pardonne à tous et à tous je demande pardon. Ça va ? Pas trop de bavardages. »
Le 27 août 1950, Cesare Pavese se donne la mort dans la chambre 49 de l’Hotel Roma, à Turin. Il laisse un mot d’excuse, des poèmes et un journal intime, Le Métier de vivre.
Pierre Adrian a retracé le dernier été d’un écrivain hanté par le suicide. Il a cherché dans sa vie et dans ses livres de quoi nous apprendre, malgré tout, le douloureux métier de vivre. Pavese apparaît au fil des pages comme un compagnon de route taciturne, drôle, sincère. Au cours de ces errances en ville et dans les collines, on croise Monica Vitti et Antonioni, Calvino, des actrices américaines… Mais aussi « la fille à la peau mate », qui déambule aux côtés du narrateur sur les traces d’une ombre, dans ce Piémont devenu le lieu éblouissant des retrouvailles avec l’être aimé.
Avec ce nouveau récit au charme furieux, Pierre Adrian nous donne à contempler une Italie d’après-guerre en noir et blanc, où la littérature et la politique sont une question de vie ou de mort, où rien n’est jamais grave mais où le tragique finit par s’inviter.

Les jardins de Torcello

Jess, que l’on a rencontrée dans « Avant l’été », est aujourd’hui une jeune femme heureuse d’une vingtaine d’années. Guide touristique à Venise, elle arpente la ville dans tous ses moindres recoins et découvre les nombreuses histoires qui la composent. Mais un jour, le propriétaire de l’appartement dans lequel elle réside dans le centre de la Sérénissime, décide de vendre. Elle doit rapidement trouver un nouveau lieu de vie dans une ville prise d’assaut par les touristes et les riches étrangers. Elle rencontre alors Maxence, que l’on dit être le plus grand avocat de la région et qui vit dans une maison sur l’île de Torcello.

La cinquième saison

Lorsqu’un énième paquebot plein de touristes, le Wonder of the Seas, s’attaque à Venise, la Nature se révolte : elle arrête le Temps. L’horloge de la place Saint-Marc reste bloquée sur deux heures du matin. Le jour reviendra si les hommes reviennent à la raison. Du palais des Doges à la Fenice, l’affolement est général. Qui saura redémarrer la Grande Machine ?
Au cœur de cette nuit qui s’entête apparaît un drôle de personnage – vêtu d’une soutane, les cheveux roux, le timbre de voix décalé. Voilà Antonio Vivaldi, ressuscité par le chaos moderne. Désormais, plus aucune barrière ne sépare les vivants et les morts. Le compositeur va écrire sa Cinquième Saison, celle où se réconcilieront les Éléments, l’Eau et le Feu, la Forêt et la Ville, l’Air et le Temps.
Dans ce bref et grand roman vénitien, le conteur de L’Exposition coloniale (prix Goncourt et prix Goncourt des lycéens), de Madame Bâ et de La grammaire est une chanson douce est de retour.

La fileuse de verre

A Murano, le long des canaux et des ruelles, derrière les portes des ateliers, maestros et apprentis domptent le verre.
Le secret de leur savoir-faire, qui ne doit jamais atteindre la terraferma, n’est pas l’atelier des femmes. Pourtant, à la mort de son père, voyant l’entreprise familiale décliner, Orsola Rosso décide de sauver sa famille de la ruine en apprenant à fabriquer des perles de verre.
Un art qui ne va pas sans celui du commerce. Découvrant le ballet des marchandises dans le port de Venise, Orsola comprend qu’elle devra œuvrer sans relâche pour atteindre la perfection et déjouer les pièges de la négociation. Et ceux de l’amour, quand Antonio, pêcheur vénitien, rejoint l’atelier Rosso….
De ce côté de la lagune, le temps s’écoule différemment. Telle une pierre ricochant sur l’eau, le récit traverse, de siècles en siècle, guerres et épidémies, amours et deuils, tandis qu’Orsola façonne ses bijoux.
S’ils servent déjà de monnaie d’échange sur le continent Africain, ils orneront bientôt le cou d’impératrices, de Vienne à Paris, et feront un jour le bonheur des touristes de la Sérénissime.
Tracy Chevalier fait le portrait d’une femme, celui d’une famille et celui d’une ville, aussi intemporelles que le sont les chefs-d’œuvre de l’île du verre.

Ceux du lac

Un père veuf et solitaire, une fratrie de six, un vieux chien nommé Moroï. À quelques kilomètres du centre-ville de Bucarest, les Serban habitent une cabane au bord d’un lac où la nature a depuis longtemps repris ses droits. Sasho, Naya et leurs frères grandissent en toute liberté, assumant le choix âpre et singulier d’une vie en marge. Jusqu’au jour où les autorités, pour créer une réserve naturelle, les somment de quitter ce coin d’eau et de terre. Face à l’hostilité du monde, reste alors une ultime promesse, lumineuse : celle faite par Sasho à sa petite sœur Naya de marcher sur les traces des bisons des Carpates.
Inspiré d’une histoire vraie, Ceux du lac raconte l’impossible adieu d’une famille tsigane à un royaume désormais interdit. Au cœur des contradictions de la Roumanie contemporaine, l’auteure interroge notre rapport au vivant et explore le cynisme d’une époque qui expulse au prétexte de préserver.
Convoquant tour à tour le réalisme et l’onirique, le burlesque et le tragique, la poésie et le folklore, Corinne Royer écrit un roman brûlant, porté par un amour profond de la nature et des mots, qui bouscule notre lien à l’autre et au sauvage.

Les âmes féroces

Ici, la nuit est belle. (…) Leo avance de tache de lumière en tache de lumière et entre les deux, elle disparaît presque entièrement. Elle est alors exactement ce qu’elle paraît être : la fille qui glisse le long des murs, calme, discrète. La fille qui s’efface, la fille qu’on oublie. »
Leo n’est pas rentrée et le printemps s’entête dans sa douceur. Leo ne reviendra pas. La shérif Lauren Hobler découvre son corps au milieu des iris sauvages. Autour de la mort soudaine d’une jeune fille, Les Âmes féroces tisse plusieurs destinées. Pour élucider un mystère, mais lequel ? Celui de Leo, peut-être, et de ses silences. Celui de Lauren, coincée dans une petite ville qui ne la prend pas au sérieux. Il y a aussi Benjamin, Seth et les autres… Les gens de Mercy, qui pensent tous se connaître et en savent si peu sur eux-mêmes.
Envoûtant, surprenant et d’une grande ampleur romanesque, Les Âmes féroces traque la part d’ombre de chacun.

Le courage des innocents

Ben, jeune activiste altermondialiste, traverse la France pour sauver Jimmy, son demi-frère de treize ans son cadet, qu’il n’a pas revu depuis la mort de leur mère. Jimmy a récemment été retiré à la garde de son père, Fred, un musicien alcoolique qui ne pouvait plus s’occuper de lui, et il a été placé en foyer.
En rencontrant des enfants perdus qui naviguent de foyer en famille d’accueil, Ben aura une prise de conscience qui va remettre toute sa vie en question… et le mener jusqu’en Ukraine.
Là-bas, il s’agit de sauver les enfants avant qu’ils soient kidnappés et déportés en Russie – comme déjà près de 20 000 enfants depuis le début de la guerre en 2022, l’un des plus terribles crimes de guerre qui soit. Ben, figure christique inoubliable, n’aura de cesse de lutter
et d’alerter le monde…
Un livre intense contre toutes les formes d’oppression sous la plume incomparable de Véronique Olmi – qui allie extrême délicatesse, engagement et puissance narrative.

Le rêve du jaguar

Quand une mendiante muette de Maracaibo, au Venezuela, recueille un nouveau-né sur les marches d’une église, elle ne se doute pas du destin hors du commun qui attend l’orphelin. Élevé dans la misère, Antonio sera tour à tour vendeur de cigarettes, porteur sur les quais, domestique dans une maison close avant de devenir, grâce à son énergie bouillonnante, un des plus illustres chirurgiens de son pays.
Une compagne d’exception l’inspirera. Ana Maria se distinguera comme la première femme médecin de la région. Ils donneront naissance à une fille qu’ils baptiseront du nom de leur propre nation : Venezuela. Liée par son prénom autant que par ses origines à l’Amérique du Sud, elle n’a d’yeux que pour Paris. Mais on ne quitte jamais vraiment les siens.
C’est dans le carnet de Cristobal, dernier maillon de la descendance, que les mille histoires de cette étonnante lignée pourront, enfin, s’ancrer.
Dans cette saga vibrante aux personnages inoubliables, Miguel Bonnefoy campe dans un style flamboyant le tableau, inspiré de ses ancêtres, d’une extraordinaire famille dont la destinée s’entrelace à celle du Venezuela.

Les présences imparfaites

Au crépuscule de sa cinquantaine, Marc fait le bilan de son existence. Cet enfant de la classe moyenne a peuplé sa vie d’ambitions pour fuir l’ennui de ses années de jeunesse. L’espace d’une confession, il traverse à nouveau sa carrière de grand reporter, son succès modeste de romancier et les événements qui l’ont conduit à ce constat d’échec : en voulant réussir sa vie, il l’a perdue.
Sa lucidité l’entraîne aux extrémités de son être, mais aussi de notre temps. De la célébration de l’an 2000 aux Printemps arabes, des pulsations de l’eurodance aux guerres du Moyen-Orient, ce roman condense l’énergie d’une époque où les promesses de modernité joyeuse se fracassent sur un monde désenchanté.
Dans ce roman intimiste au ton percutant et à l’écriture acérée, Youness Bousenna brosse le portrait sans complaisance d’un antihéros de notre siècle.
Youness Bousenna est né en 1990 à Avignon. Les présences imparfaites est son premier roman.

Coeur d'amande

« J’ai souvent touché le fond, sauf qu’à chaque tasse bue, je remonte plus vite qu’une torpille. Renié par ma mère pour anormalité physique, je me réinvente au gré de mes joies. J’aime rire, déconner, me faire mousser et rêver de sacres improbables. J’ai appris une chose dans la vie – pour se dépasser, il faut savoir prendre son pied là où l’on traîne l’autre. Même avec des béquilles ou avec des prothèses, je continuerai de marcher dans les pas du temps en randonneur subjugué. Je ne lâche rien. » Hymne au courage d’être soi, à l’amour et à la solidarité inoxydable des « gens du quartier », Coeur-d’amande est une formidable bouffée d’air dans un monde en apnée.

L'agrafe

Emma Fulconis : on ne voit qu’elle à L’Escarène, dans cet arrière-pays niçois où elle est née. Prompte, virevoltante, rebelle à tout, sauf au vent, elle a toujours galopé dans les collines. Enfant déjà, on la surnommait « l’athlète ». Se moquant bien des compétitions, Emma « ne court pas relativement, mais absolument ».            Mais un jour, sa vie bascule : son ami Stéphane Goiran, avec qui parfois elle écoute un peu de musique lors d’une halte, l’invite chez lui. Là, à peine la porte franchie, un chien énorme se jette sur elle, et lui lacère la jambe, ou plus exactement le péroné, également appelé « l’agrafe ». S’ensuivent des mois d’hôpital et de rééducation, à l’issue desquels il est clair qu’Emma ne détalera plus jamais à toute allure.            Mais l’accident ne l’arrête pas dans son élan. Hantée par la phrase du père Goiran expliquant pourquoi il n’a pas retenu son molosse – « Mon chien n’aime pas les Arabes –, elle tente de comprendre ce qu’elle sait déjà, mais dont on ne parle pas. Tenace, elle va surtout trouver en elle la ressource d’un nouveau mouvement, un tremblement d’abord, une oscillation, presque une danse immobile.Il fallait le talent de Maryline Desbiolles, convoquant la parole des villageois comme un chœur antique, pour nous mener, au rythme même de la course empêchée d’Emma, sur le chemin d’une aveuglante réalité : celle d’un pays où les blessures de la guerre d’Algérie sont tapies dans les mémoires. Pour autant, même boiteuse, exhibant crânement sa cicatrice, jamais Emma Fulconis ne cessera d’aller de l’avant, exerçant sur nous, de son invraisemblable grâce, un charme puissant.  

Le club des enfants perdus

À vingt-sept ans, Miranda semble appartenir à un drôle de club : celui des enfants qui n`ont manqué de rien sauf de cette joie pure, essentielle, que certains ressentent du seul fait d`être en vie.

Dors ton sommeil de brute

« Un long hurlement, celui d’une foule d’enfants, secoue la planète. Dans les villes, le Cri passe à travers les murs, se faufile dans les canalisations, jaillit sous les planchers, court dans les couloirs des tours où les familles dorment les unes au-dessus des autres, le Cri se répand dans les rues. »
Un rêve collectif court à la vitesse de la rotation terrestre. Il touche tous les enfants du monde à mesure que la nuit avance.
Les nuits de la planète seront désormais marquées par l’apparition de désordres nouveaux, comme si les esprits de la nature tentaient de communiquer avec l’humanité à travers les songes des enfants.
Eva a fui son mari et s’est coupée du monde. Dans l’espace sauvage où elle s’est réfugiée avec sa fille Lucie, elle est déterminée à se battre contre ce qui menace son enfant durant son sommeil sur une Terre qui semble basculer.
Comment lutter contre la nuit et les cauchemars d’une fillette ?

La vie meilleure

« Nous sommes la somme de nos amours. Et c’est la seule chose qui restera de nous ». On l’a comparé à Gandhi, à Einstein, à Lénine. Des foules l’ont acclamé. Des milliardaires lui ont tapé sur l’épaule. Les damnés de la terre l’ont imploré. Aujourd’hui, son nom nous fait sourire, tout comme son invention : la méthode Coué. Singulier destin que celui d’Emile Coué, obscur pharmacien français devenu célébrité mondiale, tour à tour adulé et moqué.
La vie meilleure retrace l’histoire de ce précurseur du développement personnel qui, au début du XXe siècle, pensait avoir découvert les clés de la santé et du bonheur. Un homme sincère jusque dans sa roublardise, qui croyait plus que tout au pouvoir des mots et de l’imagination.

 

Aux ventre des femmes

Shahrazade naît dans un pays de la Péninsule arabique, d’un père boucher, qui la considère comme « un corps inachevé » parce que fille, dernière de huit sœurs, et d’une mère soumise et humiliée, parce qu’incapable de donner un fils à son mari.
Elle grandit dans un quotidien étouffant, corseté par les interdits d’un islam intégriste et d’une société traditionnelle, hypocrite et violemment patriarcale. Ses moindres faits et gestes sont surveillés par sa grand-mère, qui s’érige en gardienne de la vertu et, sous couvert de religion, défend avec ardeur ses intérêts et ceux de son fils.
Pour autant, Shahrazade refuse très tôt de subir la loi des hommes et de leur religion et se révolte contre le destin de génitrice et de femme au foyer qu’on lui assigne. Mais quel peut être son avenir dans cette société ultraconservatrice ? Comment s’affranchir de la domination masculine afin d’assumer ouvertement son identité sans craindre pour sa vie ?

Sentinelle nord

Pour une banale histoire de bouteille introduite illicitement dans son restaurant, le jeune Alexandre Romani poignarde Alban Genevey au milieu d’une foule de touristes massés sur un port corse. Alban, étudiant dont les parents possèdent une résidence secondaire sur l’île, connaît son agresseur depuis l’enfance.
Dès lors, le narrateur, intimement lié aux Romani, remonte – comme on remonterait un fleuve et ses affluents – la ligne de vie des protagonistes et dessine les contours d’une dynastie de la bêtise et de la médiocrité.
Sur un fil tragicomique, dans une langue vibrante aux accents corrosifs, Jérôme Ferrari sonde la violence, saisit la douloureuse déception de n’être que soi-même et inaugure, avec la thématique du tourisme intensif, une réflexion nourrie sur l’altérité. Sur ce qui, dès le premier pas posé sur le rivage, corrompt la terre et le cœur des hommes.

Le pacte de l'eau

Travancore, côte de Malabar, 1900. Une fillette monte à bord d`un bateau qui la conduit à la cérémonie de son mariage. Son futur époux est un bon parti, mais elle découvre bientôt que sa famille est frappée d`une étrange malédiction : à chaque nouvelle génération, au moins une personne meurt noyée – ironie du sort particulièrement cruelle dans cette région du Kerala où l`eau est omniprésente, modelant la terre en un entrelacs de lagons et de lacs, accompagnant les existences de son chant feutré, reliant toute chose dans le temps et dans l`espace. Au cours de sa longue et extraordinaire vie, tandis que sa famille évolue au gré des naissances et des disparitions, elle connaîtra la joie du grand amour, la douleur de pertes irréparables, et sera témoin des transformations majeures de son pays. Jusqu`à l`arrivée d`une petite-fille qui porte son nom et qui, cherchant à son tour à élucider cette malédiction mystérieuse, fait une découverte bouleversante. Évocation lumineuse d`une Inde révolue et sublime évocation du passage du temps, Le Pacte de l`eau est un livre-monde qui, à travers les existences pétries de joies, de triomphes et d`épreuves qu`il dépeint, explore toutes les facettes de l`expérience humaine.

Intermezzo

Ivan et Peter, deux frères que les années ont éloignés, se retrouvent à la mort de leur père. Ivan, vingt-deux ans, est un brillant joueur d’échecs, ultrasensible et solitaire. Peter, juriste renommé de Dublin, est un trentenaire aux multiples conquêtes. Tous deux vivent des amours périlleuses pendant ce moment délicat du deuil, intermède de vie où la fragilité n’exclut pas l’aventure.
Avec Intermezzo, l’Irlandaise Sally Rooney signe un nouveau roman sensuel et fascinant dans la veine de Normal People, où les personnages se mettent à nu, les couples se font et se défont dans une délicieuse confusion des sentiments.

policiers / polars

Risplendo non brucio

La neve è macchiata di sangue, attorno alla torre del castello di Kransberg. A pochi metri di distanza, il Führer è asserragliato in un bunker, preda di deliri e paure dopo l’attentato del luglio 1944. Ma Johann Maria Adami non ha tempo di pensare al poco spazio che lo separa dal dittatore, ultimo responsabile del suo internamento a Dachau. Il professor Adami ha un incarico: scoprire la verità che si cela dietro la morte sospetta di un soldato nazista. Suicidio? O un complotto alle spalle di Hitler? Veil Seidel, l’ufficiale delle SS che lo ha prelevato d’imperio dal campo di concentramento, è un suo ex allievo e costringe Johann a una sfida contro il tempo: deve ricorrere a tutto il suo acume per sciogliere l’enigma, non solo nella speranza di salvare se stesso, ma per tenere al sicuro chi più ama. La neve è macchiata di sangue, attorno alle mura della Risiera di Trieste. Non è la prima volta che succede, e Ada teme, anzi, sa che non sarà l’ultima. Ma individuare l’assassino è un’impresa impossibile quando la città stessa è invasa di assassini, che hanno riempito l’aria di cenere e di terrore. Nel seguire le tracce del colpevole, Ada è più che mai sola: non ha più suo padre, catturato dai nazisti perché dissidente e portato chissà dove. Non ha più un compagno, scomparso insieme ai partigiani in fuga. Ha soltanto se stessa, il suo cuore, le sue capacità mediche… e un segreto. Da proteggere a tutti i costi. Questa è una storia di resistenza e coraggio, di orrore e saggezza, di fragilità ed eternità. Questa è la storia di un padre e una figlia, divisi dalla Storia e costretti a lottare con tutta l’anima perché la luce possa tornare a splendere…

L'éducation des papillons

Grâce à sa détermination et son sang-froid, Serena, une redoutable femme d’affaires, va de réussite en réussite. Elle vit de manière opulente à Milan sous le règne de l’ordre et du contrôle. Mais lorsqu’elle tombe accidentellement enceinte d’Aurora, Serena doit endosser une responsabilité qu’elle n’avait jamais imaginée : celle de mère.

Six ans plus tard, dans une colonie de vacances nichée au cœur des montagnes suisses, un incendie ravageur menace la vie des douze petites pensionnaires. Pendant un instant, les équipes de secours croient avoir retrouvé toutes les enfants – mais il en manque une : Aurora. Aucune trace de son corps n’est trouvée dans les décombres.

Tandis que Serena cherche à faire son deuil, une personne anonyme la contacte et affirme que sa fille est toujours vivante. Pire encore, elle serait en danger… C’est alors que commence la plus grande mission de la vie de Serena : retrouver Aurora et la délivrer du mal.

La stratégie du lézard

Sauf qu’aujourd’hui, ils ont vieilli, et leur colère s’est transformée en déception. Ils n’ont plus besoin de Dieu, ni d’un parti. Ou s’ils en ont besoin, ils ne savent plus où les trouver. Dans la ville crépusculaire de Parme, recouverte d’un épais manteau de neige, la pourriture semble se cacher partout : la corruption sévit, la criminalité échappe à tout contrôle et la révolte grandit. Le commissaire Soneri tente difficilement de réprimer sa colère devant ce désordre incontrôlable. Il doit composer avec trois axes d’investigation, trois faits étranges dont le lien semble impossible à faire. Le premier vient d’Angela, sa compagne, qui rapporte des sons étranges provenant de la rive du fleuve. Se glissant dans l’herbe gelée, Soneri trouve un téléphone portable – sans carte mémoire – et de mystérieuses traces de chiens qui ne vont nulle part. La seconde débute dans un hospice, avec la disparition mystérieuse d’un vieil homme amnésique, et qui semble n’avoir laissé aucune trace. Enfin, la troisième piste d’enquête conduit Soneri vers les pistes de ski sur lesquelles le maire de la ville s’est évaporé : tout le monde savait qu’il serait là en vacances, personne ne se souvient de l’y avoir vu.
S’il y a bien une chose dont est certain Soneri, c’est que tous ces cas dissimulent une même stratégie : celle du lézard.

bd / romans graphiques

Quand tu seras mort, ce sera mon tour

Nouvelle BD inédite de Zerocalcare, ce road-trip italien en direction d’un village des Alpes d’où est originaire sa famille paternelle lui permet d’interroger sa relation à son père, toujours resté discret. Un voyage qui fait resurgir souvenirs, émotions, silences et conflits anciens et sera à l`origine de découvertes qui vont changer sa vie. Réflexion sur les liens familiaux, sur la difficulté à se parler au sein d’une même famille mais aussi sur le choix ou non d’avoir des enfants font de cet ouvrage toujours caustique une lecture profondément émouvant. Cette enquête familiale confirme le talent de Zerocalcare pour traiter de sujets intimes ou d’actualité avec la même acuité et le même humour.

Une histoire dessinée de la danse

Danses guerrières, macabres, modernes, urbaines : de la Préhistoire au XXIe siècle, c’est toute la richesse de l’histoire de la danse qui est ici traduite par le dessin.
Andréa et Camille traversent les époques pour faire l’expérience dans leurs corps de l’évolution du mouvement. Entre désir de raffinement du geste et soif de nouveauté et d’expression de soi, leurs visions de la danse croisent le développement des techniques et du regard porté sur cet art en Occident. On y rencontre aussi bien Marie Taglioni, Loïe Fuller et Pina Bausch que des figures moins connues, de la mime romaine Galeria Copiola à Louis-Julien Clarchies, ancien esclave devenu danseur et chef d’orchestre sous Napoléon.
Alliant rigueur scientifique et puissance des traits, Laura Cappelle et Thomas Gilbert remettent ainsi en mouvement les traces de cet art éphémère.

Histoire de l'art au féminin

La première BD qui redonne aux femmes artistes une place de premier plan dans l’histoire de l’art. Lors d’une visite au musée, Jo et Ben, deux jeunes ados, s’étonnent de l’absence des artistes femmes, contrairement à la grande présence féminine dans les tableaux. Apollon et Artémis, des statues antiques, vont prendre vie pour mettre en lumière le rôle des artistes femmes dans l’histoire de l’art, à travers le monde. Qu’elles aient excellé dans les genres académiques ou qu’elles aient participé selon les époques à des mouvements avant-gardistes, toutes ces artistes ont contribué à l’histoire de l’art avec génie. Ce grand récit en BD est ponctué de 13 portraits rédigés par Sophie Caron et illustrés par Louise Nelson. Un livre événement, un livre essentiel ! En partenariat avec AWARE, association à vocation internationale

ESSAIS / DIVERS

Gaza devant l'histoire

La destruction de Gaza est-elle uniquement une riposte à l’attaque du 7 octobre 2023, ou est-elle une étape de plus dans un long processus de dépossession et d’éradication ? Est-il antisémite de dire que ce massacre a pris des traits génocidaires ? Pour répondre à ces questions, il faut préciser le sens des mots «antisémitisme», «sionisme», «génocide» et dresser la généalogie de ces notions en s’affranchissant du récit conventionnel et essentiellement orientaliste qui fait d’Israël un îlot démocratique dans un océan obscurantiste, et du Hamas une horde de barbares assoiffés de sang.

Les crimes perpétrés par le Hamas le 7 octobre sont certes indéfendables, mais on ne peut pour autant les qualifier de «pire pogrom de l’histoire après l’Holocauste». Les inscrire dans le récit d’un antisémitisme millénaire sert à légitimer la réponse israélienne en occultant leur véritable cause : des décennies de colonisation et seize ans de complète ségrégation de la bande de Gaza. Cet essai propose de penser historiquement la crise actuelle, en refusant de cautionner une guerre génocidaire au nom de la lutte contre l’antisémitisme. Car si l’occupation de Gaza se terminait par une seconde Nakba, la légitimité d’Israël en sortirait définitivement compromise. Ni les armes américaines, ni les médias occidentaux, ni la mémoire détournée et dénaturée de la Shoah ne pourraient plus la racheter.

Enzo Traverso est historien. Après avoir enseigné en France, il est aujourd’hui professeur à l’université Cornell (Ithaca, New York). Il a publié plusieurs ouvrages, traduits en une quinzaine de langues, parmi lesquels La violence nazie (La Fabrique, 2002), À feu et à sang (Stock, 2007) et Révolution (La Découverte, 2022). Il est l’auteur, chez Lux, de Passés singuliers (2020).

Petit éloge du vin

« Par sa perfection fugace, un vin peut nous interroger, nous toucher,ouvrir la voie à ce qui nous dépasse. J’ai assez tôt compris qu’en matière de dégustation, c’est par les sens qu’il faut raisonner. »Pourquoi aime-t-on autant le vin ? Quelle est la différence entre bio et nature ? Pourquoi s’obstine-t-on à boire du rouge avec le fromage ? Faut-il vraiment recracher quand on déguste ? Autant de questions (et bien d’autres) que Gabrielle Vizzavona aborde avec humour et simplicité – sans délaisser la rigueur scientifique.Cette critique à la plume gouleyante nous partage son amour fou du vin, qu’elle rattache à la convivialité et au terroir. Entre anecdotes personnelles, explications œnologiques et réflexions parfois piquantes sur le milieu vinicole, elle dépoussière nos celliers dans cette ode joyeuse à la vigne, au raisin, et à celles et ceux qui le pressent. À la vôtre !Journaliste lauréate du prix Curnonski de la gastronomie et du vin, conférencière internationale et professeure en master et MBA, Gabrielle Vizzavona collabore depuis près de quinze ans avec les principaux acteurs du monde du vin.

Résister à la culpabilisation

Harcèlement, humiliations, insultes : nous sommes bien averti.es de ces fléaux de la vie en société et nous nous efforçons de lutter contre eux. Mais il y a un cas de figure que nous négligeons : celui où l’agresseur, c’est… nous-même. Bien souvent résonne dans notre tête une voix malveillante qui nous attaque, qui nous sermonne, qui nous rabaisse ; qui nous dit que, quoi que nous fassions, nous avons tort ; que nous ne méritons rien de bon, que nous présentons un défaut fondamental. Cette voix parle particulièrement fort quand nous appartenons à une catégorie dominée : femmes, enfants, minorités sexuelles ou raciales…
Ce livre se propose de braquer le projecteur, pour une fois, sur l’ennemi intérieur.
Quels sont ces pouvoirs qui s’insinuent jusque dans l’intimité de nos consciences ? Comment se sont-ils forgés ?
Nous étudierons quelques-unes de leurs manifestations : la disqualification millénaire des femmes et, notamment, aujourd’hui, des victimes de violences sexuelles ; la diabolisation des enfants, qui persiste bien plus qu’on ne le croit ; la culpabilisation des mères, qui lui est symétrique ; le culte du travail, qui indexe notre valeur sur notre productivité ; et enfin la résurgence de logiques punitives jusque dans nos combats contre l’oppression et nos désirs de changer le monde.

Comment les riches ravagent la planète

En dix-sept ans, les riches n’ont rien appris, rien compris, rien changé. Ils se gavent. Les milliardaires ont multiplié leur fortune, la catastrophe écologique s’amplifie, la crise sociale est mondiale. Le lien entre ces phénomènes ? Les inégalités. On n’évitera pas le désastre climatique si l’on ne ramène pas les ultra-riches à la raison. C’est ce qu’explique ce livre détonant, où une analyse implacable se combine à un dessin complice et surprenant. Inspirée de Comment les riches détruisent la planète, best-seller paru en 2007 et traduit en douze langues qui a largement contribué à montrer l’articulation intime entre crise écologique et crise sociale, cette bande dessinée s’imposait pour en actualiser les données et le constat. Elle raconte comment, en bientôt vingt ans, l’oligarchie a augmenté sa passion destructrice et endossé les nouveaux habits du capitalisme.
Dans ce livre, on rit, on pleure, on apprend, on mobilise : c’est un outil pour changer le monde. Il y a urgence.

JEUNESSE

Peur à peur

Elle habite Venise, lui aussi. La fillette a terriblement peur des pigeons, le pigeon a terriblement peur des enfants. Et les pigeons et les enfants, à Venise, sont légion ! Ce soir d’automne, ils se retrouvent soudain face à face, à quelques mètres l’un de l’autre. Tétanisés. Surpris, aussi : celui d’en face tremble… aurait-il peur, lui aussi ?

Un automne avec Monsieur Henri

Se promener dans une forêt rousse comme un écureuil, ralentir, prendre le temps de cuisiner de bons petits plats réconfortants… pas de doute, c’est l’automne, la saison préférée de monsieur Henri ! Et si, contre toute attente, cette année, l’automne était aussi la saison des amours… Une histoire et 6 recettes à savourer avec ceux qu’on aime !

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